L’Economia Circolare nel ciclo di vita dei prodotti

Schema di Economia Circolare nel ciclo di vita del prodotto.
Schema di Economia Circolare nel ciclo di vita del prodotto.

Le opportunità dell’Economia Circolare nel ciclo vita dei prodotti, dal punto di vista produttivo e organizzativo. Argomento ancora poco approfondito dalle imprese.

I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

L’Economia Circolare offre diversi approcci per ridurre il consumo di materie prime e la produzione di rifiuti attraverso tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto.

Questa impostazione, di conseguenza, va oltre il mero concetto di riciclo enfatizzando diverse tipologie di strategie. Dall’estensione della vita utile dei prodotti, alla rigenerazione di risorse naturali. Dalla mitigazione sostanziale dell’impatto ambientale, all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, meglio ancora se autoprodotte.

LE AZIONI CHIAVE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

Le azioni chiave dell’Economia Circolare quindi prevedono:
🌱riduzione dei consumi di materiali fin dalla ideazione di un prodotto (ecodesign)
🌱 attenzione alle risorse necessarie nei processi produttivi
🌱 abilitazione al riutilizzo e alla condivisione del bene per aumentarne il periodo di vita effettiva, a prescindere dall’utilizzatore effettivo
🌱 rigenerazione di ecosistemi e biodiversità rilasciando in natura eventuali sostanze nutritive generate dalle lavorazioni

Prevedere strategie di Economia Circolare nei modelli di business è pertanto essenziale per raggiungere gli obiettivi sempre più sfidanti della Sostenibilità, come gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030.

Spesso le opportunità di efficienza e razionalizzazione dei costi sono trascurate e l’unico spunto valutato e la corretta raccolta differenziata finalizzata al riciclo.

L’ECONOMIA CIRCOLARE NELLE IMPRESE DI SERVIZI

A maggior ragione, risulta più complesso da immaginare nelle imprese di servizi, meno legate all’utilizzo di materiali e processi produttivi. Sono invece comunque interessate, seppure in modalità differenti, ad affrontare il tema dell’economia circolare ciclo vita di un servizio. Si tratta di analizzare i processi e le organizzazioni e studiare soluzioni.

Quindi anche banche, assicurazioni, imprese di servizi, commerciali possono ragionare in ottica di Economia Circolare.

Con Progetti Sostenibili aiutiamo le aziende e le organizzazioni a sviluppare questo potenziale attraverso strategie e progetti all’interno di un piano di iniziative ESG per la sostenibilità.

La gestione degli impatti sulle catene di fornitura per gli ESG

I principi ESG mettono in luce il rapporto tra rischi e impatti delle catene di fornitura e delle filiere in cui operano le aziende.

Riprendendo un contributo di Giacomo Dalseno, gli ESG mettono in luce diversi impatti per le aziende derivanti dalla gestione della catena di fornitura:

🧿Quali sono gli impatti possibili sulle aziende:

1. Interruzione del flusso di materiali:
Problemi con i fornitori possono interrompere il flusso di produzione, causando ritardi e deficit di produzione.

2. Impatto sui tempi di consegna:
Ritardi nella consegna delle materie prime o dei prodotti finiti possono incidere negativamente sulla logistica aziendale e sulla soddisfazione dei clienti.

3. Gestione finanziaria del fornitore:
Se i fornitori incontrano problemi finanziari, potrebbero non essere in grado di fornire materiali in tempo o mantenere una qualità costante, il che può causare problemi operativi per l’azienda.

4. Perdita di autorizzazioni ad operare:
Questioni di reputazione legate a pratiche non sostenibili o violazioni dei diritti umani possono compromettere la reputazione dell’azienda, mettendo a rischio la sua capacità di operare.

🧿Altri rischi interni che possono manifestarsi:

1. Cattiva gestione interna:
La mancanza di una gestione efficace delle relazioni con i fornitori può portare a problemi come scarsa qualità dei materiali, inefficienze operazionali e aumento dei costi.

2. Scarsa trasparenza:
Una scarsa visibilità sulla catena di fornitura, specialmente con fornitori di sub-tier, può nascondere rischi significativi come l’uso di manodopera non etica o pratiche ambientali dannose.

3. Competenze inadeguate:
Se il personale incaricato della gestione dei rischi ESG non è adeguatamente formato o non ha le competenze necessarie, le politiche ESG potrebbero non essere implementate correttamente.

4. Conflitti tra reparti: Se gli obiettivi di sostenibilità non sono allineati con quelli di procurement, potrebbero esserci conflitti che rendono difficoltosa l’implementazione delle pratiche ESG.

🧿Cause dell’interruzione del flusso di materiali:

1. Disastri naturali:
Inondazioni, terremoti o altri disastri possono distruggere infrastrutture critiche e interrompere le catene di fornitura.

2. Problemi politici o legali:
Sanzioni, guerre, instabilità politica o cambiamenti normativi possono impedire ai fornitori di operare normalmente.

3. Problemi finanziari del fornitore:
Se un fornitore entra in bancarotta o affronta difficoltà finanziarie, potrebbe non essere in grado di fornire materiali tempestivamente.

4. Problemi qualitativi:
Se i materiali forniti non rispettano gli standard qualitativi richiesti, potrebbero essere rifiutati, causando interruzioni nel flusso di materiali.

5. Incidenti operativi:
Incidenti come incendi, esplosioni o guasti alle attrezzature possono interrompere la produzione e quindi il flusso di materiali.

L’importanza di gestire i rischi ESG nella catena di fornitura è di conseguenza cruciale per mitigare questi impatti e garantire una operatività aziendale continua e sostenibile.

Occorre quindi partire da una mappatura dei rischi sistematica e organica, da aggiornare nel tempo.

CSDDD approvata dal Parlamento Europeo

Parlamento Europeo approva la direttiva CSDDD
Parlamento Europeo approva la direttiva CSDDD

Il Parlamento Europeo ha approvato, innalzando le soglie di applicabilità, la Direttiva sulla Due Diligence di Sostenibilità (CSDD). Le norme UE richiedono alle imprese europee di sottoporre ad audit i propri fornitori lungo l’intera catena di approvvigionamento globale, comprese tutte le relazioni commerciali dirette e indirette. Nel processo sono coinvolte anche le piccole e medie imprese, in quanto le grandi aziende indurranno anche le PMI al rispetto dei requisiti di due diligence nell’ambito ESG.

Obiettivo della direttiva è prevenire gli impatti negativi delle attività aziendali sui diritti umani, del lavoratore e dell’ambiente.