Le microalghe, risorsa per il futuro

Le microalghe rappresentano il nuovo strumento per la lotta al cambiamento climatico. Un cibo estremamente proteico come la spirulina, che permette di produrre l’equivalente delle proteine di una bistecca con molto meno uso di acqua e suolo. Ma non solo, possono essere usate anche come vere e proprie spugne in grado di pulire l’ambiente dalla CO2 e altre sostanze nocive, e gli scarti? Si bruciano e se ne fa energia o si usano come fertilizzanti nel terreno.

Microalghe da filtro per l’aria a produzione di biomassa per agricoltura ed energia

Restando in tema alimentare per produrre 1 kg di soia servono circa 6mila litri di acqua, mentre per 1 kg di carne ne servono circa 10-11 mila litri, mentre per la Spirulina bastano 2mila- 2.100 litri.

In Sardegna si sta avviando un impianto che a breve arriverà a produrre circa 60 tonnellate anno di microalghe. Rispetto al consumo di suolo pensiamo che servono ettari su ettari per produrre la soia e solo pochi ettari per realizzare le microalghe.

Come anticipato oltre a rappresentare una risposta alla emergenza cibo, le microalghe possono essere utilizzate come “spugne” cattura di CO2. 

La Spirulina può arrivare a fissare fino a due volte il suo peso di anidride carbonica, dimostrando una capacità di fissazione per ettaro per anno maggiore di quella di altre tipologie di colture.

Per ogni kg di spirulina, circa 1,9kg di CO2 vengono sottratte all’ambiente.

Per avere un termine di paragone, ricordiamo che un ettaro di bosco fissa circa 6,4 ton di CO2 all’anno, il mais ne fissa circa 30-35 ton/ettaro di CO2, mentre la Spirulina può arrivare a 80-100 Ton/ettaro di CO2 fissata in un anno.

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